La giovanissima cantautrice torinese ioemeg fa il suo esordio discografico con il brano “La Fine del mondo” (etichetta discografica Apollo Records, distribuzione Ada Music Italy), già in uscita in digitale e in radio da venerdì 15 marzo.
La copertina del singolo:

Gli ultimi due anni ioemeg li ha dedicati a porre le basi del suo progetto artistico che attinge al mondo urban e a quello pop, con il supporto del produttore e autore Luca D’Aversa e l’autrice Veronica Rauccio e il suo sogno è che un giorno chiunque si possa ritrovare nei testi delle sue canzoni.
BIOGRAFIA
Nata e cresciuta a Venaria, in provincia di Torino, ioemeg, pseudonimo di Martina, classe 2004, nella vita ha sempre saputo di voler essere un’artista e nonostante il percorso fino ad ora sia stato pieno di ostacoli e difficoltà non ha mai pensato, neanche per un solo secondo, di demordere. In questo viaggio è stata aiutata dai suoi fedeli compagni, il basso e la chitarra, che, uniti alla sua passione per la scrittura, hanno posto le basi per il percorso di cantautorato. Si diploma in cinema all’istituto Fellini di Torino un anno in anticipo, per potersi dedicare a tempo pieno alla musica. Il forte desiderio di mettersi in gioco l’ha spinta a partecipare ad eventi e concorsi, conducendola nel 2023 alla medaglia d’oro in un campionato di arti performative garantendole l’accesso ai mondiali del 2024.
Di seguito la nostra INTERVISTA a ioemeg:
- Ciao Martina! Il tuo nome d’arte è ioemeg, qual è la storia dietro a questo
pseudonimo?
Ciao! ioemeg nasce dalla volontà di esprimere le mie due personalità principali; quindi
l’unione della mia persona durante la vita di tutti i giorni e quella che sono, invece, quando
salgo sul palco.
L’io è la parte più chiusa, introversa e razionale, mentre meg è l’estensione di me stessa,
nonché la parte più estroversa, giocosa e sicuramente più forte di me.
Inoltre meg è un omaggio a una cara amica che purtroppo non c’è più. - “La fine del mondo” è il titolo del tuo primo brano, uscito pochi giorni fa. Come stai
vivendo questo tuo esordio discografico?
Cerco di restare con i piedi per terra. Sicuramente stanno arrivando le prime soddisfazioni,
molti complimenti e una grande crescita sotto tutti i punti di vista.
La sto vivendo in modo abbastanza tranquillo ma sono molto soddisfatta di questi primi
traguardi e spero che continuino a crescere. - Di cosa parla il singolo e cosa ti ha ispirata?
Il singolo parla delle cicatrici che ci portiamo dentro che non devono essere viste come
impossibili da curare, bensì sono piccole luci in fondo al tunnel.
Parla di crescita personale e di quanto sia importante capire che non è sempre necessario
avere qualcuno al nostro fianco, soprattutto se ci rallenta nella scoperta di noi stessi.
Una volta capito questo saremo in grado di trovare il nostro io interiore e viverlo al
massimo scoprendo la nostra personale e unica fine del mondo.
Una forte ispirazione sicuramente arriva dalla mia personalità e dal modo che ho di vedere
ed affrontare la vita. In realtà, quando scrivo cerco di non parlare mai troppo di me, ma
solo di far emergere il mio carattere. - Sei giovanissima e hai già un tuo progetto artistico avviato, quando è iniziata la tua
passione per la musica?
La mia passione per la musica è innata, penso ci fosse già quando ero nel pancione e mi
facevano ascoltare ogni genere di brani. Fin da piccolissima, e parliamo di una bimba di
pochi mesi, mi muovevo a tempo con i brani di Prince e Michael Jackson.
Insomma, ho sempre avuto la musica e l’arte nel sangue.
L’impegno vero e lo studio sono iniziati esattamente dieci anni fa, quando sono salita per
la prima volta su un palco vero. E da lì, non sono più scesa. - Il basso e la chitarra uniti alla scrittura hanno posto le basi del tuo percorso di
cantautorato, ma come nasce esattamente un tuo brano? Ti dedichi prima alla
stesura delle parole o alla melodia?
Parte tutto da idee, che siano melodie, accordi, ritmi, o frasi. A volte anche guardando nel
vuoto. Dipende dalle giornate e dall’ispirazione.
Una cosa è certa, quando inizio un lavoro lo porto sempre a termine. - Scrivi soltanto in italiano o ti piace sperimentare anche in altre lingue?
Attualmente scrivo solo in italiano, anche se volendo potrei scrivere in inglese (e sarebbe
anche più facile).
Per il momento voglio raggiungere a pieno il cuore degli italiani e il modo migliore per farlo,
secondo me, è usare la nostra bellissima, ricca, e molto complicata (soprattutto per
scrivere canzoni) lingua. - Se potessi racchiudere in parole le emozioni che provi quando canti quali parole
useresti?
Per me non è descrivibile a parole. Le emozioni che provo sono varie e a volte vengono
offuscate leggermente dalla razionalità. Sicuramente, la parola più giusta che potrei usare
è proprio emozione, in tutte le sue sfaccettature. - Ti sei diplomata in cinema all’istituto Fellini di Torino. Cinema, musica, scrittura.. si
può dire che l’arte sia parte essenziale della tua vita?
Assolutamente si! Sono una grandissima appassionata di tutte le forme di arte.
Amo anche disegnare, la moda, la letteratura.
Per me l’arte è potere perché racchiude tutto il sapere della civiltà; narra la nostra storia e
permette di raccontare la propria.
Quindi, si! L’arte non solo è parte essenziale della mia vita, ma è colei che mi permette di
raccontarla.