Le nostre interviste (2017)

ROBERTA DI MARIO

1.Ciao Roberta! E’ uscito il 13 ottobre il tuo terzo album intitolato “Illegacy” com’è nato questo progetto? Cosa ti ha ispirato?

Ciao ragazzi ! Illegacy è nato perché chi fa e vive di musica, come qualsiasi altro artista che vive di arte, ha un’urgenza incontrollabile di condividere ciò che sente dentro. E’ nato come un viaggio verso casa, il mio viaggio di ritorno verso casa, verso la musica strumentale e pianistica. E’ un progetto di 10 songs e di 10 video clip (cinque già in rete ), ispirato dal mio vissuto, dall’ascolto, dal “sentire”, dalla musica che rapisce e ruba l’anima.

In questo album hai voluto far prevalere un solo stato d’animo (felicità, tristezza, malinconia) o diversi?
Quando scrivo, quando creo, non penso esattamente a quale stato d’animo far prevalere. Chiudo gli occhi e la musica, spesso arriva, sorprendendomi. Dentro Illegacy c’è un mix di emozioni forti, intense, autentiche, a tratti potenti. Questo il feedback del mio pubblico, in cui mi riconosco completamente.

2.”Illegacy” comprende 8 inediti interamente strumentali, pensi che questo genere musicale senza cantato sia oggi sottovalutato?
Esattamente sono 10 inediti. Non credo sia sottovalutato, anzi, da qualche anno il pianismo contemporaneo è tornato in auge. Sono molto felice di essere tornata alla musica strumentale, non sento più, o almeno per ora, il bisogno di parole. Tutte le parole di cui ho bisogno sono dentro e al centro del la musica.

3. Sappiamo che ti sei diplomata in pianoforte al Conservatorio di Parma, la musica ha quindi da sempre fatto parte della tua vita sin da piccolissima?
Si certo, inizio a suonare il pianoforte all’età di 5 anni, non andavo ancora a scuola. Imparai a leggere prima le note che le lettere dell’alfabeto. La musica è davvero la mia vita ed il pianoforte il mio vizio.

4. Hai aperto i concerti di numerosi artisti tra cui Mario Venuti, Roberto Vecchioni e Roby Facchinetti, che emozioni hai provato?
Fortissime emozioni e orgoglio. Soprattutto gli ultimi opening del Professore, in teatri meravigliosi, sono stati grandi momenti di crescita professionale con la grande soddisfazione di sapere che il Maestro mi vuole fortemente ai suoi concerti, come preludio alla sua sinfonia;)

5. Hai avuto l’occasione di esibirti a New York, com’è stata quest’esperienza oltreoceano? Cosa ti ha lasciato?
NY è stata un’esperienza fantastica. Il giorno dopo l’anteprima su Repubblica.it del mio primo videoclip Duende, ( brano e video girato a Parigi e che amo tantissimo) sono partita per una settimana meravigliosa, ricca di eventi, performance e incontri molto interessanti! Mi ha lasciato tanta adrenalina e la consapevolezza che questa è la mia strada e che voglio fortemente continuare a suonare oltreoceano!

6. A tal proposito, credi che ci siano differenze tra il pubblico del nostro Paese e quello americano? Se si, quali?
Mi ha accolto principalmente un pubblico italiano che vive a NY, quindi sempre molto caloroso e complice. Qua e là c’erano anche americani d’hoc, newyorchesi d’hoc per l’esattezza e devo dire che l’accoglienza è stata grande e piena. Credo la musica vada oltre e unisca, aldilà di nazionalità e attitude diverse, in un unico e potente stato d’animo di emozioni autentiche.


7. Ultima domanda ma non meno importante, cosa provi quando suoni?
Provo tutto e tanto. E dopo aver suonato e scritto, mi sento migliore, in qualche modo. E’ una gran bella sensazione per un ariete testarda come me, esigente con se stessa ai massimi livelli. Sono molto grata alla musica ed al pianoforte. Alla vita, per avermi dato questo dono ed all’intelligenza, per rendermene pienamente consapevole.

MONSIEUR BLUMEMBERG

È da poco uscito il tuo nuovo album “Divertissement Avec Du Punk Rock”, un disco dove rendi omaggio alla vecchia scuola punk rock, come mai questa scelta?
In realtà avevo già elaborato qualche brano anni fa, poi quando lo scorso inverno ho scoperto che quest’anno sarebbe stato il 40ennale del punk, mi ci sono dedicato totalmente.

Come descriveresti il tuo nuovo disco?
Io lo definisco un altro esempio di WUNDERKAMMER MUSIC…un eclettico accostamento di stili musicali con caratteristiche intrinseche ed estrinseche che dovrebbero suscitare curiosità e meraviglia: dal punk rock al latin soul, boogaloo, cha cha cha, surf, tango, exotica, groovy, classica, jazz etc….praticamente tutto il mio background musicale, però condito in chiave ironica e dadaista.

Per quanto riguarda la selezione dei brani da inserire, è stata elaborata seguendo un gusto personale o altro?
Innanzitutto ho scelto i brani che preferivo, poi ho verificato che si potessero adattare a nuove versioni senza perdere la loro forza… altri brani che non mi piacevano nella versione originale, mi hanno poi convinto in questa ri-arrangiata.

Pensi che “Divertissement avec du Punk Rock” potrebbe far avvicinare persone lontane ed estranee al genere?
Sì, soprattutto dai nuovi supergiovani agli anziani ballerini di balera

E tu come ti sei avvicinato al punk?
Nel ’77 ero un adolescente appassionato di jazz , studiavo clarinetto al conservatorio, ma con gli amici ascoltavo il punk.

Ci sono dei brani nel disco a cui sei più “affezionato”?
CALIFORNIA UBER ALLES è stato il primo brano affrontato che generò poi l’idea “DIVERTISSEMENT” dell’album. ANARCHY IN THE UK in versione psyco-chacha-latin-soul è quello più spontaneo, ma quelli che mi hanno sorpreso di più sono LONDON CALLING e DANCING WITH MY SELF. Un aneddoto? l’idea della versione di SHOULD I STAY… mi venne mentre ascoltavo “CHA CHA CHA D’AMOUR” di DEAN MARTIN, cantai sopra i CLASH e mi accorsi che ci stavano perfettamente!

Oltre ai pezzi rivisitati, hai scelto di inserire anche due inediti “Sex, Bugs and Rock and Roll” e “Divertissement avec du Punk Rock”. Raccontaci qualcosa a riguardo, come sono nati?
“Divertissement….” che dà il titolo all’album, doveva essere come una sigla esplicativa di presentazione mentre “SEX, BAGS AND ROCK AND ROLL” è uno spudorato tributo al grandissimo IAN DURY!

Com’è registrare un album tutto tuo? Solo impegnativo o anche divertente?
Quando fai una cosa impegnativa con passione, diventa solo divertimento!
Piccola curiosità sul nome d’arte Monsieur Blumenberg, qual è la sua origine?
Monsieur Blumenberg sarebbe un mio ipotetico cugino franco-tedesco che vive a Strasburgo (Blumenberg è Montefiori in tedesco) appassionato di Wunderkammer…da cui WUNDERKAMMER MUSIC!!! discograficamente è nato nel 2001 con l’album “Mousique et couleurs” e dopo 16 anni mi si è “ripresentato”
Ci sono già delle date live in programma?
Non ancora, ma “stiamo lavorando per voi” 😉

MOTELNOIRE

Ciao MotelNoire! Il vostro progetto non è nuovo, ma è nato nel 1999 dopo l’incontro tra Nik, Kris ed Enrik. È iniziato tutto per gioco oppure era un vostro obiettivo lavorare nel mondo della musica?
Beh, si inizia facendo qualcosa che piace, che diverte… poi ci siamo resi conto che suonare era quello che avremmo voluto fare nella vita.

Il vostro album d’esordio si intitola “On Tv”, come descrivereste questo disco, cosa racconta?Racconta una società che sta diventando sbagliata e noi, senza peli sulla lingua, diciamo che così non ci va bene. È un disco ruvido per certi versi, ma assolutamente sincero.

Dal 9 giugno è disponibile il vostro nuovo singolo “Welcome to my life” estratto proprio dall’album “On Tv”, perché questo titolo?
Perché la nostra vita è così. Non abbiamo problemi a dire che così non può andare. È un inno a chi resiste, a chi capisce che così non va bene, a chi sopporta ma continua a testa alta, a chi viene piegato ma resiste e non si spezza. A chi sta in piedi anche se la terra trema. La nostra vita è così.

Avete collaborato con Gary Wallis, Alex Meadows, Nathan East e Federico Zampaglione dei Tiromancino, che ricordi avete di queste esperienze?
Bellissime. Collaborazioni che hanno lasciato il segno per la sincerità con cui sono nate. Da rifare.

Con quali altri artisti vi piacerebbe lavorare e perché?
Beh, tantissimi, difficile dire chi J

La vostra musica presenta sonorità fortemente rock, è quindi chiara la vostra passione per questo genere musicale. Ce ne sono altri che vi appassionano?
Beh, il blues è tra uno di quelli che hanno fortemente segnato la nostra crescita musicale. Ma in questi 18 anni diciamo che di musica e di influenze ne abbiamo sentite tante J

Siete impegnati nel vostro tour estivo in giro per l’Italia con diversi appuntamenti, quanto sono importanti per voi i live? Qual è il vostro umore prima di un concerto?

I live sono FONDAMENTALI. Siamo carichi e vedere la gente ci carica ulteriormente. È importante per noi suonare dal vivo perché in primis è un valore che si sta perdendo. Ormai basta che suoni sul disco e sei a posto, invece no, la musica è suonata e va suonata dal vivo. Perché? Perché sul palco c’è uno scambio di energia incredibile ed è bello questo scambio, noi mandiamo energia agli spettatori e loro rimandano la loro energia. È una dinamo che va a mille. Infatti siamo sempre super carichi. È troppo bella la sensazione del palco.

Prima di salutarvi ricordiamo che il 2 agosto vi siete esibiti prima dei Lacuna Coil sul palco del Filagosto Festival. Che effetto vi ha fatto condividere il palco con una delle band metal italiane più famose?
È sempre splendido condividere il palco con band del genere. È stato bellissimo e abbiamo dato il massimo. Vi aspettiamo ad uno dei nostri prossimi live.


MARIO RISO

Ciao Mario! È uscito qualche giorno fa “Passaporto”, il tuo primo album solista. Cosa hai voluto inserire e raccontare all’interno di questo disco?

Il passaporto solitamente rappresenta un documento di viaggio e riconoscimento, il mio rappresenta più’ che altro un viaggio temporale. Ho trovato nel tempo un grande amico e dal 1983 (anno della mia prima composizione ) non faccio altro che convicerci. Non passa giorno in cui non lo tenga o lo divida in quarti e frazioni di quarti. Il mio “passaporto” contiene 18 canzoni, frutto del viaggio fatto attraverso oltre 30 anni di musica, mi racconta, mi rappresenta e svela cose di me che non avevo mai reso pubbliche.

“Un Temporale” è il primo singolo estratto, realizzato insieme a Danti dei Two Fingerz. Com’è stato lavorare con lui?

Danti rappresenta per me, insieme a Caparezza , Negramaro e Jovanotti la massima espressione della scrittura basata sulla comunicazione di contenuti all’interno di una canzone. Lavorare con lui (anche in “dalla a me” dei Rezophonic) ha rappresentato la possibilità di coronare un altro sogno artistico. Sono orgoglioso di lui e della nostra amicizia.

A proposito di collaborazioni, in “Passaporto” non te ne sei fatto mancare: Cristina Scabbia, Tullio De Piscopo e Giuliano Sangiorgi sono solo alcuni dei nomi. Come li hai “scelti”?

In realtà la canzone “Nell’acqua” era già stata pubblicata nel secondo album dei Rezophonic e grazie a Sugar ho avuto la possibilità di inserirla anche all’interno del mio primo cd da solista. Avevo scritto questa musica, sapevo di cosa avrei voluto parlare ma non avevo ancora pensato al testo. Ho scritto a Michele (Caparezza ) e gli ho spiegato tutto, dopo pochi giorni mi ha inviato la demo della canzone con la sua voce: pelle d’oca! Era riuscito a dire tutto quello che nessuno sarebbe stato in grado di raccontare… questa canzone è un CAPOLAVORO.Dico questo perché (la stratosferica ) Cristina Scabbia e (il fuoriclasse assoluto) Giuliano Sangiorgi presero parte a quel brano contribuendo a farlo diventare un brano di classe e senza tempo.Per quanto riguarda Tullio invece posso solo dire che è stato il mio punto di riferimento oltre ad esserlo per svariate generazioni di batteristi. Lo adoro ed ho la fortuna di avere vissuto tantissimi momenti di vita e di batteria insieme a lui, dal “Riso di Tullio” in poi … ecco perché ho voluto coinvolgerlo nella canzone “Riso Vs Rise” brano in cui tre generazioni di batteristi si confrontano (Rise fa parte del mondo della beatbox).

Ci sono altri artisti con i quali vorresti collaborare?

Certamente … Sting, The Police, Led Zeppelin …. tanto sognare è gratis.


Nel 2006 hai fondato Rezophonic, progetto musicale impegnato nell’aiutare la realizzazione di pozzi di acqua potabile in Kenya, sei quindi un artista impegnato nel sociale.. come ti fa sentire sapere di essere d’aiuto per chi ha più bisogno?

Chi ha realizzato i propri sogni e ha avuto tanto dalla vita, può e deve solo provare a restituire. Potrei dirti più facilmente come mi sentirei se non provassi a rendermi utile in qualche modo.

Sei, ad oggi, uno dei più importanti selezionatori di band emergenti, senti tanto il peso di questa “responsabilità”?

L’ho sentito quando lavoravo per Rock Tv, Heineken Jammin’ festival Contest, Redbull Tourbus, Jack ti ascolta, sala prove, data base…. ora purtroppo le aziende non stanno più investendo sulla musica emergente ed è diventato difficilissimo dare voce a chi la meriterebbe davvero.

Tu come avresti “giudicato” il Mario Riso emergente, agli inizi?

Talentuosissimo ed ottuso. Avevo le idee troppo chiare e sapevo che per ottenerle non ci sarebbero stati sconti. Mi sono innamorato della musica metal e poi alternativa ed ero consapevole del fatto che nessuno mi avrebbe mai regalato una possibilità.Ecco perché mi sono costruito una carriera da: batterista, manager, imprenditore, produttore, autore fondando addirittura 2 canali televisivi su Sky Tv (con altri tre amici) Rock Tv e Hip Hop Tv.

Sei anche uno dei migliori batteristi rock italiani, com’è nata questa tua passione? A chi ti ispiravi?

Ti ringrazio per le belle parole ma l’arte (purtroppo e per fortuna ) si giudica con un metro di paragone chiamato gusto, questo è forse uno dei motivi per il quale artisti tecnicamente bravi non riescono a farsi comprendere ed altri, alle volte, incapaci ottengono consensi impressionanti.Sono felice di constatare che il mio “modo” di esprimermi suonando è stato talmente apprezzato da riuscire a farlo diventare un lavoro nonostante il mio essere poco consono alla musica tradizionale italiana.Posso solo dire che se qualcuno ha deciso di pagarmi per ciò che faccio qualcosa di buono ci sarà davvero.

Batterista, abile comunicatore, ambasciatore per AMREF, produttore, amministratore.. c’è qualcos’altro che vorresti fare?
SIIIIIIIIIIIII ….. suonare la batteria !


ASIA GHERGO

Clicca qui per la videointervista