Le nostre interviste (2018/2019)

NYXVITA

  1. Ciao ragazzi! Vi abbiamo incontrati l’ultima volta all’evento Fiat Music di Settembre a Torino, che cosa avete fatto in questi mesi?

Ciao! Esatto, nonostante quella serata di Moncalieri sia stata “sfortunata” (grandine, temporali ecc…) l’esperienza di Fiat Music è stata una gran bella cosa… siamo arrivati alla semifinale, poi alla finale sul palco Ariston di Sanremo e ci siamo aggiudicati il premio della critica! non potevamo sperare di meglio sinceramente…
Per il resto ci siamo impegnati continuamente sulla scrittura… abbiamo trovato in questo terzo anno di attività una stabilità a livello artistico e con gli ultimi pezzi ci stiamo avvicinando esattamente a quello che immaginavamo di essere quando ci siamo formati come band, cosa che non sempre riesce da subito appunto.

  1. Vi abbiamo conosciuti col nome EX e ora vi ritroviamo come NYXVITA. Come mai questo cambiamento?

C’erano alcune cose che non ci convincevano troppo riguardo al vecchio nome e tra l’altro esistono già troppi EX in giro :)Abbiamo tirato giù circa un centinaio di nomi nuovi nell’ultimo periodo, forse troppi… tanto che non riuscivamo a deciderci… alla fine siamo tornati a NYXVITA che era nella lista dei primissimi nomi tirati in ballo anni fa quando poi si scelse EX.

  1. Che significato ha questo nuovo nome?

NYX (greco) rappresenta la notte… forse il nostro genere richiama molto un’atmosfera notturna… da club… così abbiamo trovato che si sposasse bene con ciò che rappresentiamo a livello musicale: NYXVITA

  1. Parliamo del vostro nuovo singolo “Degrado Sociale”, uscito il 6 aprile. Cosa racconta?

Stavo facendo zapping alla tele e mi sono imbattuto in una di quelle trasmissioni da due soldi (e forse sono anche troppi) nella quale venivano discussi alcuni casi di cronaca nera; gli interventi in sala erano roba del tipo “dove stiamo andando a finire?” , “le nuove generazioni hanno perso i valori più basilari” fino all’intervento di una criminologa ospite della trasmissione che ha detto “non si può parlare di degrado sociale, queste cose sono sempre successe” … mi sono commosso :)Per riassumere… il brano parla di luoghi comuni e con ironia anche della linea sottile che divide l’informazione dalla spettacolarizzazione… per questo abbiamo accostato un termine cinematografico “trailer”.

5. Come definireste il vostro genere? Che influenze ha?

Electro-Rock? non riusciamo a definirlo. Le influenze sono sicuramente rock, synthwave, pop e dubstep.

  1. Avete in programma un album tutto vostro?

Certo! non pensiamo ad altro… i pezzi ci sono… però ci va un team di lavoro che ci dia supporto soprattutto per il dopo… quindi stiamo andando step by step

  1. Parlateci un po’ di voi.. avete altre passioni oltre la musica? 

Donne e Motori !

  1. Ascoltate più musica italiana o preferite quella internazionale? Diteci qualche nome

Io (Claudio) ascolto entrambe… ultimamente ascolto molti artisti italiani che stanno emergendo nella scena indie, oppure spesso mi “perdo” su YouTube ascoltando band che ora sono sconosciute ai più ma che hanno rappresentato qualcosa di davvero forte in passato… pochi giorni fa mi sono immerso in quello che è stato il movimento Hardcore Punk italiano degli anni 80-90 per esempio.
Invece sia Andrea che Lee hanno ascolti prettamente internazionali… Lee in particolare spende molto del suo tempo a ricercare nuove sonorità e tendenze della musica elettronica; Andrea credo sia in pieno trip con la trap. Se dobbiamo farvi un nome, che poi è anche l’artista che più ci ha influenzati come band, è sicuramente “keybord cat”  XD

9- Negli ultimi anni il trampolino di lancio per gli artisti emergenti sembrano essere principalmente i talent show. Voi che ne pensate? Partecipereste mai?

Non è esattamente così per fortuna… se pensiamo agli artisti che stanno “salendo” con una qualche consistenza nella scena musicale italiana, quasi nessuno di questi arriva dai talent…Siamo stati contattati ultimamente dagli scout di un paio di talent show, cosa che credo capiti a molte band o artisti; nel nostro caso abbiamo rifiutato… abbiamo la certezza che non sia un percorso adatto a noi.

  1. Ultima domanda: che programmi avete per i prossimi mesi?

Siamo in contatto con alcuni festival… speriamo di calcare più palchi possibile quest’estate!

I TREMENDI

  1. È uscito da poco il vostro album dal titolo “Muri di sabbia” come lo descrivereste in tre parole e perché?

Esplosivo,diretto e tremendo. Esplosivo perché il nostro primo obiettivo quando entriamo in sala e componiamo musica è proprio quello di creare pezzi esplosivi da portare sul palco. Diretto perché nelle parole c’è la voglia di non nascondersi e di arrivare dritti al punto, di portare l’attenzione a un livello più alto. Parlare al cuore senza preconcetti e barriere. Tremendo perché è quello che siamo e che abbiamo composto nell’ultimo anno insieme. Ci siamo noi dentro.

  1. Quale delle 7 tracce è quella che preferite?

Probabilmente quella che ci unisce è“Baffone”, l’ultima traccia del disco. La sentiamo nostra, soprattutto sul palco, perché è istinto puro.

  1. Il primo singolo estratto dall’album è “Muri di sabbia”, di cosa parla?

Parla della voglia di superare i preconcetti, di fare affidamento sulle proprie forze non fermandosi mai all’apparenza delle cose. Andare oltre, diventare migliori e più consapevoli. Abbattere il nostro io interiore che ci spinge ad avere paura.

  1. La band nasce dall’incontro di voi cinque nel novembre 2016, se non vi foste conosciuti la musica avrebbe comunque fatto parte della vostra vita?

Ne ha sempre fatto parte. Questa volta però siamo partiti da un’idea comune che crediamo possa liberare i nostri flussi creativi e ci permette di avere la musica nelle nostre vite ogni istante.

  1. Siete riusciti a mescolare il rock con l’hip hop, pensate possa essere un’accoppiata vincente?

Pensiamo di sì. Tra me (Christian) e Simone, la voce del gruppo, c’è sempre stato questo scambio tra i due mondi dato che siamo fratelli. Abbiamo deciso di percorrere questa strada perché ci rappresenta e ci viene naturale, prendendo spunto dal passato ma cercando di creare qualcosa di nuovo.

  1. Cosa ne pensate invece del famoso mondo dei talent? Vi piacerebbe intraprendere questo tipo di percorso?

Non abbiamo un punto di vista su questo. Giustamente per determinate persone può essere un modo giusto per esprimersi ma è un mondo lontanissimo dal nostro.

  1. Qual è il vostro sogno nel cassetto?

Arrivare a più persone possibili con il nostro sound e le nostre parole, specialmente dal vivo che è dove ci sentiamo più a nostro agio. La speranza è di riuscire a farlo ogni giorno perché è li che ci connettiamo con la gente e che possiamo dare libero sfogo al nostro essere Tremendi.

GIANLUCA MODANESE

  1. Ciao Gianluca parlaci un po’ di te, com’è nato il tuo amore per la musica?

Il mio amore per la musica è nato insieme a me, se così possiamo dire. Sono cresciuto in una famiglia dove la musica è sempre stata al centro della vita, infatti mio babbo suona la chitarra, mia sorella il pianoforte e mia mamma canta, quindi è stato tutto molto naturale.

  1. Il tuo nuovo singolo, uscito il 18 maggio, che cosa racconta?

Racconta una storia che ho vissuto con una ragazza questo autunno. Ci sentivamo e vedevamo spesso ma nessuno dei due sapeva realmente cosa “fossimo”, se amici, conoscenti oppure semplicemente due ragazzi che uscivano insieme. Di una cosa però lei era certa: voleva sempre che le scrivessi la buonanotte prima di andare a dormire, ma io non lo facevo mai. Una sera c’è stato un litigio un po’ pesante, e sembrava fosse tutto finito. Così ho preso la chitarra e nella mia testa è nata “Buonanotte, Ti Pensavo”. Siccome non le avevo mai scritto buonanotte, e neanche quella sera l’avrei fatto perchè avevamo litigato, ho deciso di mandargliela così, attraverso una canzone.

  1. Come lo descriveresti?

Diverso. Rispetto alle mie canzoni precedenti sicuramente c’è un atmosfera molto più estiva ed elettronica, anche se ho cercato di non snaturarmi troppo. Ma ho voluto provare ad allontanarmi un po’ dalle sonorità acustiche che si sentivano nel mio primo album.

  1. Quali sono i cantanti che ascoltavi da piccolo?

Sono cresciuto ascoltando musica un po’ più “pesante” da quella che faccio attualmente. Da piccolo ascoltavo molto gruppi come blink-182, Sum 41, Nirvana. Però essendo cresciuto in una famiglia musicale sono stato influenzato anche da quello che ascoltava mio babbo, band come Beatles e Oasis, che ascolto tutt’ora.

  1. E ora i tuoi gusti sono rimasti gli stessi? Quali sono le tue influenze?

Diciamo che mi sono un po’ evoluto e cerco di ascoltare più musica possibile. Sicuramente mi sono spostato molto di più verso il pop e il mio punto di riferimento principale è Ed Sheeran, che ho scoperto nel 2012 e d è stata la ragione per cui ho iniziato a scrivere canzoni. Per quanto riguarda altri artisti stranieri, ascolto molto anche Charlie Puth, che mi ha stregato con “See You Again”, mentre di italiani penso che i Thegiornalisti abbiano portato una ventata di novità nel panorama italiano, e mi piace tanto anche Cesare Cremonini, che ascolto fin da bambino.

  1. Oltre a cantare suoni qualche strumento?

Come ho detto, ho iniziato suonando la batteria, che ho studiato per 10 anni. Dai i 16 anni in poi però ho iniziato a dedicarmi alla chitarra, che ho imparato da autodidatta. Provo a suonare anche il piano, ma sono a un livello molto base.

  1. I testi delle tue canzoni sono scritti interamente da te, riflettono le tue esperienze e sono autobiografici?

Si, i miei testi sono scritti interamente da me e parlano di esperienze che ho vissuto in prima persona, le mie emozioni, i miei sentimenti. Mi piace l’idea di poter raccontare qualcosa che ho provato, e che un’altra persona possa rivedersi nella mia stessa storia.

  1. Hai inciso e prodotto i tuoi pezzi da solo e raggiunto un gran numero di ascolti nonostante tu non abbia alle spalle una casa discografica. Come sono stati gli esordi, è dura emergere nel mondo della musica?

Ho sempre preso la musica con molta leggerezza, con determinazione e volontà ma anche non prendendomi troppo sul serio, facevo musica per me stesso. Sicuramente al giorno d’oggi è molto più difficile emergere, anche per il fatto che i pochi giovani che si vedono, provengono dai talent. Io comunque non mi sono mai abbattuto e ho sempre cercato di trasmettere qualcosa alle persone tramite le mie canzoni, e quando i primi risultati sono arrivati, è stato bellissimo poter dire “ho fatto tutto solo con le mie forze”.

  1. Cosa rappresenta per te la musica? E’ solo una passione?

È partita come una passione, tutt’ora lo è e lo sarà sempre, perché anche se a 40 anni non avessi raggiunto gli obbiettivi che ho, continuerei a fare canzoni. Diciamo che quando vedi certi numeri (più di mezzo milione su Spotify, 100.000 seguaci su Instagram), è difficile non pensare in grande e non pensare di poter fare meglio. Quindi attualmente considero la musica quasi come un lavoro, le dedico tantissimo tempo e il mio obbiettivo è proprio quello di poter vivere attraverso le mie canzoni, attraverso quello che mi piace fare.

  1. Ultima domanda, che consiglio daresti a chi ha il tuo stesso sogno?

Il consiglio che darei è di non fare musica perché si vuole sfondare o diventare famosi. Ma farlo per se stessi, per stare bene. Scrivere canzoni per raccontare qualcosa, per sfogarsi, rilassarsi. Le persone si accorgono di questo, e quindi il segreto è di non mollare mai, perché tutti hanno un’occasione, l’importante è saperla cogliere!

ALESSIO MININNI (MANINNI)

  1. Ciao Alessio! Sei un giovane cantautore che tramite i suoi brani riesce a far trasparire la sua anima passionale. Anche il tuo ultimo brano “Niente come noi” infatti parla d’amore, raccontacelo un po’.

Ciao a voi, il brano parla di una storia d’amore tormentata, con le sfumature di un rapporto tra uomo e donna che tenta di evolversi tra i mille contrasti. Una cosa che generalmente vediamo in qualsiasi tipo di amore, che siano due ragazzini o due adulti. 

  1. Nel 2017 hai partecipato ad “Amici” ed è il mezzo attraverso il quale sei riuscito a farti conoscere al grande pubblico. La tua esperienza si è però fermata prima del serale, credi ci siano delle cose che i professori non hanno capito di te?

Non credo che i professori non mi abbiano capito, ma molto più semplicemente si tratta di una gara, dove c’è chi vince e c’è chi perde, ma questo non vuol dire nulla nel mondo fuori.

  1. C’è qualcosa, tornando indietro, che cambieresti del tuo percorso?

Si, avrei preferito fare questa esperienza con un pizzico di maturità in più artistica e caratteriale…ma non sai mai come vanno le cose.

  1. Tra i brani scritti da te, ce n’è uno a cui ti senti particolarmente più legato e perchè?

In realtà si, ce ne sono due: “Non Cambiare Mai” e “Parlami Di Te”. Il primo è dedicato a mio padre, mentre Parlami Di Te è stato il mio brano di “esordio” (se cosi vogliamo chiamarlo), è un brano che mi piace tantissimo ed è uno dei pezzi che ho scritto interamente io partendo dagli arrangiamenti, chiaramente alla fine del lavoro mi son dovuto affiancare a dei professionisti, ma gran parte è mia. 

  1. E’ chiaro che cantare sia la tua principale passione, ma come e quando hai capito che la musica era la strada giusta per te?

In realtà non l’ho ancora capito, secondo me non esiste la strada giusta per qualcuno, ma esiste la passione e la determinazione…poi il resto viene da se’, magari non va mai come vorresti. 

  1. Ti sei mai chiesto che cosa avrebbe fatto Alessio se non fosse stato un cantante? 

Si, tante volte. Mi piace molto la letteratura e la filosofia, ma credo di preferire la musica.

  1. Solitamente scrivi i tuoi testi prediligendo l’italiano, molti cantanti italiani però esplorano anche altri idiomi. Sei uno di quelli a cui piacerebbe cantare in altre lingue ad esempio in inglese o in spagnolo?  

Partiamo dal presupposto che a me non piace cantare in lingua straniera, non riesco ad esprimermi al meglio, specialmente se devo scriverla io. Magari un giorno, chissà, dovrò tradurre un mio brano, già esistente in italiano, in un’altra lingua, ma partirebbe sempre dalla lingua madre.

  1. Oltre che cantare ti abbiamo visto suonare il pianoforte e la chitarra. Quale dei due ti permette di esprimerti al cento per cento? 

Prima di essere un cantante sono un chitarrista, quindi è chiaro che la chitarra è parte di me. Suono anche il pianoforte ad orecchio, cosi come il basso e la batteria. Non so quale dei due mi da più ispirazione per scrivere, dipende dal momento.

  1. Un’ultima domanda, qual è il tuo più grande sogno?

Il mio più grande sogno è di poter lavorare con la musica a 360°, aldilà del successo che quello è solo una conseguenza del tuo lavoro svolto al meglio. Vorrei poter vivere di musica, insegnare musica, produrre musica ecc. Non ti nascondo che uno dei miei sogni nel cassetto è poter arrivare al cuore di tante persone con i miei pezzi, sentirli cantare da tanta gente in uno stadio magari…chissà.

ALESSANDRO PIROLLI

  1. Ciao Alessandro! Da pochi giorni è uscito il tuo nuovo singolo “La mia vendetta felice” che sappiamo essere un omaggio ad Alda Merini. Come mai quest’idea, perchè proprio Alda?

Ciao! Ho passato un 2018 molto difficile, sia dal punto di vista artistico che sentimentale, ho passato settimane chiuso nella mia cameretta a capire se ero veramente io a sbagliare e leggere gli aforismi di una poetessa come Alda, mi ha aiutato a scrivere questo pezzo che se pur molto diretto , descrive la vita un po di tutti.

  1. In primavera uscirà inoltre il tuo album. Cosa dobbiamo aspettarci? Puoi anticiparci qualcosa?

Si! Tornerò in studio per finire le ultime voci i primi di febbraio. È un disco che avrà meno tracce rispetto al primo, ma è un disco che ho scritto con il cuore e c’è un lavoro enorme dietro che ha richiesto ore ed ore di lavoro. Non vedo l’ora di farlo ascoltare a tutti perché affronta un tema molto importante…l’amicizia!

  1. Sei un giovane cantante italiano, ma, come ben sai, molti artisti nostrani si cimentano anche a cantare in altre lingue come in spagnolo, inglese ecc. Tu preferisci esprimerti unicamente in italiano?

Allora…Sono del parere che se siamo cantanti italiani, dobbiamo in primis proporre al pubblico solo canzoni italiane, poi quel tocco in più “internazionale” ci può stare. Io personalmente ho sempre litigato con le lingue straniere , ma con il passar del tempo allargare i propri orizzonti è necessario!

  1. Hai partecipato al programma “Ti lascio una canzone” su Rai Uno, che ricordi hai di quell’esperienza? 

Ricordi indimenticabili, l’emozione di cantare davanti a milioni di telespettatori!

  1. Ti piacerebbe partecipare ad altri talent show?

Sono sincero, ultimamente sono molto più concentrato sulla discografia e sul web, per ora non ne sento il bisogno, più in là chissà..

  1. Sei molto giovane, hai infatti solo 16 anni, come ti senti ad essere già così fortunato a poter vivere il tuo sogno? 

È bellissimo e non è da tutti girare tanto con i propri progetti alla mia tenera età, anche se alcune volte si perdono persone per strada!

7.E cosa ci puoi dire dell’Alessandro “persona” e non “cantante”? Come ti descriveresti?

Bella domanda. Se me l’avessi chiesto un anno fà non avrei saputo risponderti.
La Mia Vendetta Felice appunto, descrive anche molto me stesso…ho sempre scritto per “Altri” e mai per “me stesso” stavolta sentivo la necessità di mostrarmi anche per la persona che sono fuori dai riflettori.

  1. Hai un genere musicale che ascolti più volentieri?

Beh sono nato con il pop, ma sto allargando il mio bagaglio “musicale” e ultimamente mi sta influenzando molto l’R&B..Però La musica è tutta bella! Ahaha!

  1. Un’ultima domanda.. C’è un artista in particolare che ti ha ispirato e che magari ti continua ad accompagnare nel tuo percorso musicale?

Certo! Adoro David Bowie, il suo modo di vedere le cose e il suo modo di scrivere molto sul “chi va là”…Poi parliamoci chiaro, è stato una colonna portante per il mondo della musica.
Peccato che il mio sogno di cantare con lui non si possa realizzare! 


ANTONIO MAGGIO

Clicca qui per la videointervista