Le nostre interviste (2022)

SONOALASKA

1. Ciao sonoalaska! È da poco iniziato il tuo esordio discografico con il singolo “Pupille” racconta i momenti più bui e negativi di una coppia solo apparentemente stabile. Quando non si riesce più a comunicare con le parole ciò che rimangono sono solo gli sguardi che ho trasformato in dei potentissimi missili che viaggiano in un universo di distanza. Come descriveresti la tua musica?

La mia musica è energica, profonda e ricca di suoni elettronici.

2. Cos’è per te la musica? Che ruolo ha nella tua vita?

Per me è scontato dire che la musica è tutto per me, fin da quando ero piccolissima. Avevo solo 4 anni quando ho iniziato a cantare, poi crescendo grazie all’appoggio dei miei genitori ho lavorato molto e ancora oggi studio canto per tenermi sempre allenata. Sento che senza la musica non sarei davvero io, non saprei cosa fare della mia vita, non riuscirei a guardarmi allo specchio.

3. Visto che sei giovanissima, preferisci la nuova scena musicale o sei più “old school”?

Credo che sia importantissimo conoscere la old school, infatti sono molto legata a grandi autori e cantautori del passato. Nonostante ciò, mi sento più vicina alla nuova scena musicale e mi aggiorno continuamente su Spotify, mi piace scoprire nuovi artisti e sostenerli.

4. Hai in progetto altri brani da pubblicare?

Sì certo, ci sono nuovi brani in vista e non vedo l’ora di farli uscire. Dovete avere solo un po’ di pazienza.

5. Una piccola curiosità, come hai scelto il nome sonoalaska?

Non volevo chiamarmi Federica, non mi rappresenta artisticamente perché quando suono e canto sono una persona completamente diversa. L’Alaska è un luogo freddo che si affianca bene a tutte le mie fragilità e debolezze.

AURA

1. Ciao Aura! È da poco uscito il tuo nuovo singolo “Gondole” cosa racconta?

A volte i sentimenti e gli stati d’animo non scivolano con la leggerezza di una gondola sull’acqua dei canali, ma invece si trascinano nella stanchezza di notti passate a cercare vie d’uscita e nuovi equilibri, e le gondole sono le occhiaie nere delle ore insonni.

2. C’è qualcosa di autobiografico nel singolo?

Sí, la canzone parla proprio di me e di un momento che ho potuto vivere.

3. Come descriveresti “Gondole” in una parola?

“Gondole” è già la descrizione della canzone, ma una parola che la descrive potrebbe anche essere ‘sonno’.

4. Ci sono artisti che hanno particolarmente influenzato la tua musica? Se sì, chi?

Per quanto riguarda i miei riferimenti del mondo di oggi, mi ispiro al rap poetico italiano di artisti come Darden D’Amico, Jovanotti, Mecna per quanto riguarda i testi mentre mi ispiro alle sonorità indie pop francesi un po’ nostalgiche degli anni ‘80. Da sempre però, faccio indigestione di cantautori italiani e della loro poesia, mentre ballo la musica dance di anni in cui ancora non ero nata.

5. Con chi ti piacerebbe collaborare in futuro?

Sognare è gratis dunque ti risponderei con… Jovanotti.

6. Grazie mille per la disponibilità, un saluto da PushPlay!
Salutissimi da parte mia e grazie!!

GIANNI VANCINI

1. Ciao Gianni! È da poco uscito il tuo nuovo singolo “I’m missing you” che è la rivisitazione di “Se stiamo insieme” di Cocciante e Mogol. In cosa si differenzia dal brano originale?

“Ciao! Ti direi per sonorità, ho cercato di portare il brano più verso il mio mondo, quello del Jazz contemporaneo dandogli (spero) una veste più “sensale e accattivante”… e ovviamente c’è il mio sax! ;)”

2. “I’m missing you” è in featuring con l’artista britannica Sarah Jane Morris, com’è stato lavorare con lei?

“Sarah è una forza della natura, lavorare con lei è un piacere e una soddisfazione enorme e c’è sempre qualcosa da imparare!”

3. Questo brano anticipa il tuo album “Made in italy”, cosa dobbiamo aspettarci da questo disco?

“Tanta buona musica, ma soprattutto musica conosciuta! Made in Italy è un tributo alla musica italiana dagli anni ’70 agli anni ’90, non è stato facile selezionare tra un’infinità di canzoni meravigliose che hanno segnato quei trent’anni, ma sono molto soddisfatto del risultato.”

4. Sei il sassofonista ufficiale di Umberto Tozzi e uno dei nomi italiani più noti nel panorama jazz, quando è nata questa tua passione?

“La passione per la musica l’ho avuto fin da piccolino ricordo che a 6 anni decisi di voler fare il musicista e studiare in conservatorio.”

5. Hai condiviso il palco con tantissimi artisti internazionali, chi ti piacerebbe aggiungere all’elenco?

James Taylor, Sade, Sting, Paul McCartney, Stevie Wonder, e la lista continua….. sognare non costa niente!

6. Grazie mille per la disponibilità, un saluto da PushPlay!

“Grazie PushPlay!”

KREKI & THE ASTEROIDS

1. Ciao ragazzi! È da poco uscito il vostro nuovo singolo “Moonless Sky”, cosa racconta?

Ciao! È un brano che parla della necessità di staccarsi da tutto, di sdraiarsi per terra e dire “basta”, anche in un momento in cui non tira buona aria.

2. In contemporanea avete pubblicato anche il vostro primo full lenght “Banner Blindness”, a cosa è dovuta la scelta di questo titolo?

Il titolo l’ha scelto Luca, il batterista, che ha letto i testi con gli occhi da psicologo.
Seriamente, i brani affrontano molte tematiche differenti, però il punto di vista è quello del narratore. Rapportato alla questione “umana” e tolto dal concetto della psicologia pubblicitaria, diciamo che più si cresce e più ci si stanca dei conflitti e si è anche costretti a fare scelte di sopravvivenza. Queste scelte, talvolta, possono anche andare contro gli interessi dello stesso.

3. Come descrivereste “Banner Blindness” in 3 parole?

Omogeneo, rock, reale.

4. L’album vanta collaborazioni di grande spessore, spiccano i nomi di Roberto Angelini e Carmelo Pipitone (Marta sui Tubi). Com’è stato lavorarci insieme?

Splendido, con entrambi. Due belle persone con cui, per fortuna, siamo ancora in contatto. Grandi musicisti in grado di entrare in studio e fare la differenza (ascoltare per credere).

5. Ci sono artisti anche nel panorama internazionale con i quali sognate di collaborare?

Beh sicuramente sì, ma se dovessimo scrivere tutti i nostri sogni nel cassetto, la lista potrebbe essere interminabile.

6. Se foste obbligati a potere ascoltare soltanto un genere musicale quale scegliereste e perché?

Siamo molto diversi l’uno dall’altro. Breve elenco: prog, stoner, psychedelic rock, punk o musica sarda tradizionale, metal.

7. Grazie mille per la disponibilità, un saluto da PushPlay!

Grazie a voi, un saluto!