“Ho suonato per troppo tempo fuori da casa ed è ora che io faccia sentire quello che faccio anche in Italia” l’intervista a Napodano (album e tour)

E’ uscito venerdì 15 marzo in digitale “Non ci sono + i cantautori” (Street Label Records – Believe), il nuovo album del cantautore Napodano e dallo stesso giorno è disponibile in rotazione radiofonica anche il primo singolo estratto “Quando cade un dente”.

Tracklist:
1. Con gli occhi chiusi
2. Perfetto
3. Quando cade un dente
4. L’America
5. L’Occasione
6. Anna mangia i cani
7. Pang
8. E mi grato
9. Pinocchio senza fili
10. Coccinelle

Ma non è tutto perchè sono state annunciate anche le date del tour del cantautore.

Di seguito il calendario (in aggiornamento):

17 Marzo – Bruxelles (Belgio) – Music-Hall Café
22 Marzo – San Giorgio del Sannio (BN) – Fatboy (opening Meganoidi)
23 Marzo – Atri (TE) – Duomo Cafè
11 Aprile – Gioia del Colle (BA) – Caffè 42
13 Aprile – Liegi (Belgio) – Festival della musica Italiana in Belgio
20 Aprile – Porto Cesareo (LE) – Auditorium – Sasinae Festival
11 Maggio – Scandicci (FI) – VHS Retrò Club (opening il Cile)

Biografia
Napodano è un cantautore frustrato ma felice. Dopo anni di studio e di incessanti incursioni attraverso mondi e generi musicali, di viaggi ed esperienze in giro per l’Europa, trova la sua casa in Belgio. Il suo cammino artistico è stato illuminato dall’adozione di una coppia di ratti. Amandone profondamente l’indole e il comportamento, entra in simbiosi con i roditori trovando l’ispirazione per realizzare il singolo che porta il nome del suo primo EP, “Storia di un Ratto”, e con la stessa canzone vince il premio “MEI – La Musica è Lavoro”, nel 2022, e la targa “ACEP-UNANIA” al “Premio Bertoli” nel 2023. Insieme alla Street Label Records in Italia, produce il suo primo album, “Sarà la Libertà”, seguito dai singoli “Maledetti anni ’80”, “Pillole Blu” e “Faccio indie” che hanno accompagnato Napodano e la sua band in un tour radiofonico e live, tra una crisi pandemica e una possibile guerra mondiale. Nel 2022 pubblica “A Bassa Fedeltà”, EP contenente sette brani scritti in cattività durante la pandemia e interpretati e registrati nel suo piccolo bunker domestico.

Di seguito la nostra INTERVISTA a Napodano:

  1. Ciao Napodano! Il tuo nuovo album s’intitola “Non ci sono + i cantautori”, un titolo che in un certo senso si può definire “provocatorio”, perché questa scelta?

Perché prima di tutto ho la provocazione nel DNA, e poi perché posso considerare questo titolo come l’inizio della frase “non ci sono più i cantautori in radio, in televisione e in tutti i canali mainstream ma bisogna scavare nei meandri dei servizi di streaming musicale per trovare un bellissimo mondo popolato da artisti bravissimi che dovrebbero stare al posto…” ed ecco che ricomincia la polemica!

  1. Qual è l’idea dietro al tuo nuovo disco? Com’è nato?

È nato dopo un concerto acustico in cui ho suonato alcune delle mie vecchie canzoni e dove mi sono talmente innamorato del sound che abbiamo tirato fuori che ho deciso che il mio nuovo disco avrebbe avuto esattamente quel tipo di atmosfera.

  1. C’è un brano al suo interno al quale sei più legato? E perché?

Probabilmente “Pang”, perché da ex videogames-dipendente, tirare fuori una canzone d’amore metaforicamente costruita su un videogioco in cui bisogna sparare rampini su dei palloni, non è cosa da poco!

  1. Il primo estratto dell’album è “Quando cade un dente”. Di cosa parla questo singolo? Come lo descriveresti?

È secondo me una bellissima metafora della fine di un rapporto, dove in questo caso un dente cade perché…ascoltatela e poi ditemelo voi!

  1. Hai annunciato anche le tue prossime date live che non saranno solo in Italia. Come ci si sente a portare la musica italiana fuori dallo stivale?

Io abito fuori dallo stivale da tanti, forse troppi, anni, quindi per quanto mi riguarda avviene il processo inverso: ho suonato per troppo tempo fuori da casa ed è ora che io faccia sentire quello che faccio anche in Italia.

  1. Sappiamo che il tuo cammino artistico è stato illuminato dall’adozione di una coppia di ratti. Cosa ami della loro indole e cosa ti ha ispirato a dedicare loro un singolo?

Il ratto è il mio animale totem, è sociale e rivoluzionario, indipendente ma in branco, ma soprattutto non è ben visto dalla gente, un po’ come me, che ho la lingua avvelenata!

  1. Ti definisci un cantautore frustrato ma felice, perché? Ci spieghi meglio questa curiosa definizione?

Quando vivevo in Italia volevo fare il musicista (all’epoca ancora non ero cantautore ma soltanto pianista, n.d.r.); facevo tante serate ma non riuscivo di certo a vivere con quello che guadagnavo, quindi ho deciso di emigrare verso altri lidi dove invece ero certo che ci sarei riuscito. Infatti così è andata, tanto che ho creato la mia famiglia in Belgio e, vivendo di musica, sono diventato un cantautore lontano da casa; ecco, dato che ogni volta che volevo fare qualche cosa in Italia c’era un viaggio da affrontare con conseguenti impicci, sono diventato frustrato perché ora che faccio ciò che voglio sono lontano da dove avrei voluto farlo.

  1. Hai attraversato generi musicali differenti, ci sono però degli artisti che ascolti ai quali rimani più fedele?

Certamente! Fabi, Morgan, i Dream Theater, i Beatles, Brunori SAS, Thelonious Monk, gli Aerosmith…

Grazie Napodano e a presto!

Grazie a voi!

Il videosaluto di Napodano per i lettori di PushPlay